Dovrei scrivere un post intitolato “Il Cisco Expo, il piolacamp e il resto” da circa una settimana, è un post lungo e difficile che non riesco a terminare e che per il momento può attendere.
Oggi Stefano Quintarelli si è scatenato e ha sfornato una serie di post che mi hanno incupito più del solito (gli argomenti della serie ovviamente, non lui).
Cominciamo dal post sul comunicato della AIIP a proposito della proposta IPRED2:
La proposta di direttiva sulle misure penali per il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale (nota come “IPRED2â€), attualmente in discussione al Parlamento Europeo, solleva forti perplessità , sia per la mancanza di proporzionalità , sia perché sembra diretta ad estendere la responsabilità degli ISP ed a criminalizzare gli utenti finali che utilizzano Internet.
[…]
Se questo avvenisse, verrebbero inopinatamente resuscitati i cosiddetti “sceriffi delle rete†– già precedentemente affossati dal Parlamento Italiano, in sede di revisione della “Legge Urbaniâ€.
Non da ultimo, AIIP ed Assoprovider esprimono totale contrarietà all’ipotesi di “squadre investigative comuni†-cui parteciperebbero anche i titolari dei diritti che verrebbero cosi ad acquisire direttamente informazioni personali sull’attività in rete dei clienti dei fornitori di servizi della società dell’informazione.
Ha ragione Stefano, questo è un tentativo di privatizzazione della giustizia, cozzacazzo si sono fumati? Certo siamo in Italia è ovvio che se ne escano con sparate del genere, questo è il paese dove il Ministro dell’istruzione Fioroni si inventa protezioni stile Cina per proteggere i minori dalla violenza che c’è su internet, peccato che siano tecnicamente inattuabili. Fossimo in America, mica capitano queste cose. E invece si (e comunque IPRED2 è una proposta di direttiva europea, per una volta non siamo soli…)
Massimo Mantellini invece cita un articolo di Reuters in cui accidentalmente (avverbio e grassetto mio) si travisa il senso del rapporto E-Family 2007 (di Confindustria): la solita storia trita e ritrita che siamo un paese pieno di telefonini ma il digital divide aumenta, forse perché manca concorrenza? Oddio, un po’ di concorrenza c’è: è Fastweb! L’Unità su questi ci va giù pesante:
Una regina senza più corona. La cui storia ricalca cliché già visti in Italia. Gli ingredienti ci sono un po’ tutti. Una società promettente, un business accattivante (i cavi, la fibra ottica, la telefonia), il sogno infranto, il probabile intervento dello straniero, quello certo della magistratura, un manager che sceglie un paradiso fiscale…
ma si sà son comunisti e scommetto che lo sono pure quelli dell’International Herald Tribune che gettano altre ombre sull’acquisizione di swisscom.
Tra legislatori sfasati, grandi aziende (ah… dimenticavo Telecom-Telefonica) che ricordano certi pelati che piangevano sul latte versato, ho proprio da assere felice di abitare in una cittadina grigia e di lavorare in una micro azienda. Si, si si.
Domenica finisco il post su Cisco Expo, si. Domani… domani ho da fare. Domani devo piangere.
One response to “La privatizzazione della giustizia e altre lucide follie”
Cosa ti aspetti da uno stato che lascia ai baristi l’onere di “individuare” fra i ragazzi chi non guiderà quella sera, per non servirgli alcunché di alcoolico?
Il problema è che in Italia si legifera troppo e male, lasciando indifesi e tartassati coloro che non hanno i mezzi politici, legislativi o economici per difendersi.